giovedì 18 dicembre 2008

Back to life...



...la vita è un insieme di luoghi e di persone che scrivono il tempo... il nostro tempo.
Sono queste che poi vanno a definirci. Alcune sono più importanti di altre, perché formano il nostro carattere.
Ci insegnano la differenza fra ciò che giusto e ciò che è sbagliato, fra ciò che è bene e ciò che è male. Cosa essere e cosa non essere. Ci insegnano chi vogliamo diventare.
In tutto questo alcune persone ed alcune cose si legano a noi in un modo spontaneo ed inestricabile. Ci legittimano nell’essere autentici e veri. E se significano veramente qualcosa, ispirano il modo in cui il mondo cambia ed evolve. E allora appartengono a tutti noi e a nessuno

sabato 29 novembre 2008

War is not an answer!



Imagine there's no heaven
It's easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today...

Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace...

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world...

You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will live as one

mercoledì 26 novembre 2008

NO AI TICKET





L’amministrazione faccia un passo indietro e, come promesso 6 mesi fa, ripristini lo status precedente alla sua gestione amministrativa riguardo gli abbonamenti AST ai tanti studenti pendolari della nostra città.
Giunge infatti la paradossale notizia che la Giunta si ostini nella scellerata ed antidemocratica scelta di richiedere le bollette dell’acqua ai genitori che si recano a prelevare l’abbonamento per i figli che studiano fuori sede e che dunque usufruiscono del servizio di trasporto AST . Tutto ciò è inammissibile!
Non c’è alcun nesso giuridico in tutto questo, solo un mero accanimento verso una categoria con la quale il Sindaco in persona aveva avuto mesi fa un colloquio rassicuratorio. Questa amministrazione ci ha già abituati alle promesse non rispettate, non è di certo una novità dell’ ultim’ora, ma anche questa volta ci batteremo, con azioni eclatanti, come in passato, per ripristinare le normali condizioni democratiche e il diritto fondamentale allo studio.



Invitiamo pertanto i genitori a segnalarci ogni abuso di tal genere e, con il gruppo di minoranza, faremo rimangiare l’ennesimo atto discriminatorio della Giunta Sulsenti, che lede i diritti fondamentali dei nostri concittadini.

sabato 22 novembre 2008

Primarie giovani democratici







Ringrazio tutti i giovani che ieri hanno dato vita ad una grande festa democratica; i militanti under 30 che, con tenacia e passione, si sono impegnati nell’organizzazione delle primarie giovanili, riuscendo a coinvolgere ed animare le coscienze di centinaia di ragazze e ragazzi della nostra provincia.

I delegati prescelti per far parte delle assemblee regionali e nazionali avranno una responsabilità enorme: quella di non deludere le tante attese di rinnovamento del nostro partito.

Siate pensatori critici di questa società e conservate la libertà di valutare autonomamente le vostre scelte. Siate un pungolo per il PD, condizionatene le scelte, fate sentire la vostra voce, ancora pura, lontana dai giochi di potere e compromessi di sorta; siate portatori sani di democrazia, costruttori di dialogo, animatori di una politica sana, che ha a cuore la legalità e lo sviluppo del nostro paese.

Conoscendo personalmente le ragazze e i ragazzi che hanno messo il cuore, in questi mesi, per far si che il settore giovanile sia ricco di quella convivialità delle differenze che è una delle categorie imprescindibili della democrazia, auspico che la futura classe dirigente del nostro partito abbia posto le basi per quel cambiamento che la società chiede.

Fin da ora mi metto a disposizione, per condividere con voi questo magnifico percorso politico che vi vedrà protagonisti di importanti iniziative per il progresso del nostro territorio, sotto tutti i punti di vista.

mercoledì 19 novembre 2008

I deja vu e le belle figure con la collettività....e cito...



Venerdì mattina il sindaco ha mandato una lettera ai presidenti delle cooperative, in cui(e cito)diceva:[...]la presente costituisce preavviso di mancato rinnovo e proroga del contratto che è in scadenza il 31(trentuno) dicembre 2008(duemilaotto).

Il primo giorno del primo anno di università, alla prima lezione di storia medievale, il prof(geniale) ci disse che la prima regola per uno storico che si rispetti è verificare le fonti. Ora: esistono fonti di due tipi: primarie(documenti) e secondarie("monumenti")...





Stranamente ieri il sindaco afferma(e cito):"Nessun licenziamento. Chi mette in giro queste voci, mistifica quanto detto e non ci fa, di sicuro, una bella figura con tutta la collettività. Io ho parlato di riqualificare i ruoli all’interno delle cooperative, visti anche i tagli che interesseranno molti comuni siciliani, fra cui Pozzallo.

Riqualificare?
Io leggo "mancato rinnovo e proroga del contratto"...
Veramente uno stranissimo deja vu....e cito...

lunedì 17 novembre 2008

Non ci fermeremo




Ciò che è successo ha una valenza doppiamente negativa.
il Sindaco decide di licenziare arbitrariamente dei lavoratori, trincerandosi dietro il pretesto del taglio dei fondi regionali, peraltro ancora non certi(la finanziaria non è ancora stata votata).
Se ricordate, due settimane fa a VR gli chiesi: " Signor Sindaco, viene con noi a Palermo a protestare contro i probabili tagli della tua maggioranza?! SILENZIO ASSOLUTO E IMBARAZZO GENERALE.
Forse il Sindaco non sa che il comune dispone di un fondo unico, poi sono lui e la sua giunta decidono cosa fare della materia finanziaria. Il taglio ai servizi sociali, e vengo al secondo punto, lascia senza servizio primario tanti anziani e disabili.
Questa sarà, dopo scellerata decisione di far pagare gli studenti pendolari, la goccia che farà traboccare il vaso.
C'è un serio rischio di disordine pubblico (qualora la delibera non venisse ritirata) e noi dobbiamo evitarlo. Con il "gruppo storico" di minoranza abbiamo chiesto la convocazione di un CC urgente ed un incontro con il prefetto.
Questa è una battaglia che dobbiamo assolutamente vincere, per la nostra città, i nostri lavoratori, le fascie più deboli che come al solito lui colpisce.
POZZALLO E' MOLTO MIGLIORE DI CHI LA GOVERNA!

Adesso basta!



Il Sindaco Sulsenti vuole
distruggere le famiglie pozzallesi
Lettere di licenziamento per i
lavoratori delle cooperative


La situazione sociale della città di Pozzallo rischia di degenerare perché il Sindaco Peppe Sulsenti ha inviato una lettera a tutti i presidenti delle cooperative con la quale li avvisa del mancato rinnovo del contratto in scadenza il 31 dicembre.

MOLTI PADRI DI FAMIGLIA
PERDERANNO IL LAVORO
Noi non lo permetteremo!
Ci impegniamo, Lunedì 17 novembre, a chiedere la convocazione di un CONSIGLIO COMUNALE URGENTE, per discutere su questa decisione scellerata dell’amministrazione!
DIFENDEREMO I CITTADINI DAI SOPRUSI DEL SINDACO E DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE

Trincerandosi dietro i “tagli” della Regione Sicilia, in cui GOVERNANO UOMINI DELL’MPA (stesso partito del Sindaco!), Sulsenti decide di cacciare tanti lavoratori.
Non si può giocare con il lavoro e con il futuro di uomini,
donne e bambini: noi non lo permetteremo!

Pozzallo Giovane – Partito Democratico
Sinistra Democratica – Il Timone - Noi per Pozzallo
Vivere per Pozzallo - Autonomisti Liberi

giovedì 13 novembre 2008

Caduti dalle nuvole...


Un articolo sul Corriere di Ragusa (http://www.corrierediragusa.it/public/articoli/4111-come-cambier-a-il-porto.asp) ieri sera ci ha fatto sorgere qualche dubbio. Così siamo andati a controllare il bando (http://www.comune.pozzallo.rg.it/dettcom.asp?id=479&idTipo=3) e ci sono evindeti perplessità sul metodo del ribasso.
C'è un numero, una sorta di π, costante ed uguale per 14 delle 18 imprese partecipanti.
Ci sono dubbi non solo sulla regolarità della gara(è lecito chiedersi come 14 amministratori delegati siano arrivati allo stesso ribasso), ma anche in merito alle competenze e sugli iter da seguire. Una burocrazia che tende a snellirsi, penso io, se ci sia stata una tal velocità di esecuzione!
Comunque ogni concessione passa dalle regione, Assessorato territorio ed ambiente di Palermo, tramite la CapitaneriaCosì sono andato a controllare le ordinanze della capitaneria(http://www.guardiacostiera.it/capitanerieonline/ordinanze.cfm?id=34), ma il sito è aggiornato al 29/10, quindi se l'ordinanza è stata predisposta, ancora via web è impossibile trovarla. Rimane la via cartacea....
E' vero che può essere tutto frutto della casualità, il fato a volte fa brutti scherzi, ma vederci chiaro non guasta, in fondo noi veniamo da quella scuola che....Homo faber fortunae suae


lunedì 10 novembre 2008

Solidarietà a Tommaso Fonte


Dopo 27 anni di attività sindacale la CGIL di Ragusa ha interrotto qualsiasi rapporto di collaborazione con Tommaso Fonte, segretario generale uscente, ritenendo di non volersi più avvalere del medesimo dopo il previsto periodo di sospensione dagli incarichi esecutivi in relazione alla sua candidatura per le elezioni regionali siciliane dell’aprile 2008.
Fonte è un dirigente della CGIL che nel corso degli ultimi anni si è battuto ed esposto in prima persona nelle vertenze territoriali più rischiose e delicate come la lotta per l’acqua pubblica, la lotta contro lo sfruttamento del lavoro, per la trasparenza degli appalti nella sanità e nella pubblica amministrazione.
Esprimiamo profondo stupore, amarezza e grande preoccupazione per tale decisione della CGIL, che allarma chi nella società civile e democratica ha avuto in Tommaso Fonte un punto di riferimento sulle questioni della legalità, dello sviluppo e dei diritti fondamentali.
A seguito di tale suo impegno Fonte ha subito minacce di ogni tipo, anche di morte, di cui non si conoscono ancora gli autori.
Crea inquietudine e sconcerto il fatto che dopo la denuncia di un episodio di intimidazione, il dirigente sindacale sia stato paradossalmente processato per simulazione di reato, e infine pienamente assolto. Non risulta peraltro che dopo tale sentenza, emessa dal giudice dott. Andrea Reale il 21 gennaio 2008, siano state fatte indagini per far luce sui fatti denunciati.
Esprimiamo pertanto a Tommaso Fonte la nostra piena e totale solidarietà, sicuri che il suo impegno e la sua passione civile continueranno ad essere patrimonio importante per il territorio ibleo e la Sicilia tutta.


I primi firmatari:

Gianluca Floridia – Libera Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Ragusa
Libero Mancuso – Già presidente Corte d’Assise Bologna – Avviso Pubblico nazionale
Nando Dalla Chiesa – Docente Università di Milano. Presidente Onorario di Libera
Emilio Molinari – Presidente Comitato Italiano per un Contratto Mondiale dell’Acqua
Roberto Morrione – Presidente Libera Informazione, Roma
Don Tonio Dell’Olio – Ufficio Presidenza di Libera Nomi e Numeri contro le mafie
Carlo Ruta – Storico e giornalista d’inchiesta
Gabriele Del Grande – Giornalista “Fortress Europe”
Riccardo Orioles – Giornalista (I Siciliani), Catania
Umberto Santino – Centro di Documentazione “Peppino Impastato”, Palermo
Pino Maniaci – Giornalista, Direttore Tele Jato, Partitico
Giovanni Di Martino – Vice presidente nazionale di Avviso Pubblico e sindaco di Niscemi
Giuseppe Nicosia – Sindaco di Vittoria, Avviso Pubblico
Amico Dolci – musicista - Palermo
Gabriella Stramaccioni – Coordinatrice nazionale Libera Nomi e Numeri contro le mafie
Manuela Mareso – Giornalista Narcomafie
Stefania Pellegrini – Docente di Sociologia del Diritto, Università di Bologna
Carlo Gubitosa – Giornalista Peacelink – Carta
Dario Montana – Referente Libera Coordinamento di Catania
Umberto Di Maggio - Referente Libera, Coordinamento di Palermo
Norma Ferrara – Libera Informazione, Roma
Marco Benanti – Giornalista “Isola Possibile”, Catania
Barbara Grimaudo – Cittadini Invisibili? No Grazie!, Palermo
Davide Binazzi – Presidente Associazione “Il Parco”, Bologna
Antonio Giaimo – Già inviato de “L’Ora” e dell’ANSA, Montevideo
Nadia Furnari - Associazione Rita Atria
Paola Ottaviano – Avvocato, Medici Senza Frontiere
Antonella Serafini – Giornalista “Censurati.it”, Roma
Roberto S. Rossi – Giornalista, Catania
Paolo Fior – Giornalista, Milano
Graziella Proto – Direttore Casablanca, Catania
Daniela Modica – Biotecnologa, Pozzallo
Ciccio Ruta – “Il Clandestino”, Modica
Giovanni Firrito – Pax Christi, Ragusa
Amel Laouini – Presidente Circolo “Donne Immigrate”, Ragusa
Tonino Solarino – Già sindaco di Ragusa
Rinaldo Benedetto – Primo sindaco di Pozzallo nel dopoguerra
Aurelio Modica – Già sindaco di Pozzallo
Sonia Migliore – Consigliere Comunale, Ragusa
Romina Licciardi – Consigliere Provinciale di Parità, Ragusa
Peppe Cannella – Consigliere Comunale, Vittoria
Alex Maiolino – Consigliere Comunale, Pozzallo
Giuseppe Roccuzzo – Consigliere comunale PD, Ispica
Carmelo Caccamo – Segretario CNA, Ispica-Modica
Massimo Giudice – Confesercenti, Vittoria
Alessandro D’Antoni – Accademia di Polizia – Los Angeles
Rosanna Caudullo – Presidente “Centro Donne”, Vittoria
Uccio Milana – Presidente Arcigay, Ragusa
Marco Blanco – Conduttore radiofonico “Ora d’Aria”, Modica
Andrea Di Falco – Radio Futura, Vittoria
Natale Arezzi – Centro Culturale “Don Puglisi Impastato”, Pozzallo
Giuseppe Gerace – Cancelliere tribunale, Francavilla di Sicilia (ME)
Luciano Nicastro – Docente e scrittore, Ragusa
Enrico Natoli – Presidente “Associazione Cuntrastamu”, Roma
Alessio Di Florio – Peacelink, Pescara
Natale Salvo – Giornalista, Trapani
Santina Sconza – giornalista, Catania
Antonio Signorelli – Biologo, Catania
Ninni Vinci – Cittadini invisibili? No grazie!, Palermo
Nello Lo Monaco – Geologo Protezione Civile, Ragusa
Tuccio Di Stallo – Vice coordinatore provinciale PD, Ragusa
Marco Di Martino – Segretario Provinciale Rifondazione Comunista, Ragusa
Giovanni Iacono – Segretario Provinciale Italia dei Valori, Ragusa
Enzo Cilia – Coordinatore provinciale Sinistra Democratica, Ragusa
Santo Santaera – Presidente provinciale dei Verdi, Ragusa
Lorenzo Migliore – Presidente provinciale del Partito Socialista, Ragusa
Carmelo La Porta – Segretario Cittadino PD, Ragusa
Gianni Battaglia – Movimento Grilli Ragusani, Ragusa
Giovanna Corradini – Redattrice, Ragusa
Salvatore Cicirello – Società Civile PD, Ragusa
Chiara Iurato – Dottoressa in medicina, Ragusa
Ennio Ammatuna – Segretario cittadino PD, Pozzallo
Pierenzo Muraglie – Segretario cittadino PD, Ispica
Carla Cau – Insegnante e componente Comitato Scuola Pubblica, Ragusa
Margherita Benedetto – Insegnante, Pozzallo
Totò Battaglia – Officina 90, Ragusa
Massimiliano Carnemolla - Associazionismo civile, Siracusa
Franca Supplizi – Sociologa, Pescara


mercoledì 5 novembre 2008

We can believe in...



Thank you Barack!

venerdì 31 ottobre 2008

Resolutio


Mi sembrava un modo opportuno per ripartire, al di la di tutto.
Non c'è una notte, per quanto lunga possa essere, che non permetta al sole di risorgere.
Ora che le lune di miele stanno terminando, occorre il coraggio delle scelte e delle idee; è arrivato il momento di fare tutto...come se il mondo finisse stanotte





Insomma è deciso
e fatti i bagagli
e non credo che
ci rivedremo mai più
hai sempre saputo
badare a te stessa
perciò i consigli
li tengo per me

Possano gli anni
rincorrersi a lungo
e dimenticarsi
di rincorrere te
possa ogni giorno
portarti il suo dono
e ritrovarti sempre come se..

Come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse

A volte mi manchi
e ancora fa male
sarebbe una balla
se dicessi di no
ma alla terza bottiglia
si diventa più saggi
il dolore lo sai
prima o poi svanirà

E allora brindo alla vita
e a ciò che ci porta
bevo agli amici,
ai compagni,anche a me
in un'osteria calda
tra le nebbie e la bassa
dove posso sentirmi quasi come se..

Come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse

Come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse stanotte
come se il mondo finisse

lunedì 13 ottobre 2008

Dancing around the world...



Ecco come il genere umano, al di là dei colori e delle distanze, dei costumi e delle credenze, riesce ad essere parte di un'unica grande umanità...

venerdì 10 ottobre 2008

lunedì 6 ottobre 2008

giovedì 11 settembre 2008

"...un buco grosso dentro..."



Oggi è l'11 settembre!
Quasi tutti quelli che aggiorneranno i loro blog o scriveranno articoli per un giornalino qualsiasi si ricorderanno che 7 anni fa si schiantavano due aerei sulle torri gemelle; i più colti magari diranno della deposizione di Allende.
In entrambi i casi sono state perse delle buone occasioni, per cambiarsi dentro anzitutto, poi per cercare capire ciò che ci circonda...
Io oggi ho scelto di credere; -di credere non ad un mondo che ti dicono come deve essere, ma come vuoi che tu sia...
E allora..buon viaggio Freccia...

domenica 7 settembre 2008

Emergenza libertà...





La sentenza siciliana che ha condannato l’informazione in rete,
ritenendola né più né meno che un crimine, sta suscitando proteste e
allarme sul web e in ogni ambito del paese civile e responsabile. Le
ragioni sono pesanti come pietre. Sono stati attaccati princìpi che
hanno fatto la storia del pensiero democratico: i medesimi per i quali,
nel nostro paese, uomini come i fratelli Rosselli, Piero Gobetti,
Antonio Gramsci, Eugenio Curiel, Giovanni Amendola, hanno speso il loro
impegno e dato la vita. E’ stato puntato e centrato in particolare il
principio della libera espressione, che, rappresentativo delle libertà
tutte e momento rivelatorio di uno Stato democratico, costituisce un
cardine della Costituzione repubblicana

L’attuale governo italiano, che si sta connotando sempre più in senso
illiberale, non può sottrarsi a questo punto al dovere morale di
rispondere al moto di protesta di questi giorni. Basta con gli
infingimenti. Non si aspetti che l’onda di piena dell’indignazione si
plachi. Si farà il possibile perché non si fermi. E’ in gioco appunto
la democrazia, nella sua frontiera più avanzata e aperta, rappresentata
dalla libera espressione in rete, dalla comunicazione che irrompe e
prorompe in senso orizzontale, che rende i cittadini protagonisti in
modo nuovo. E’ in gioco, come si diceva, la Costituzione, che, come ci
ha ricordato Piero Calamandrei, non è nata nei salotti, né nelle stanze
del potere, ma sulle montagne, accanto ai corpi degli uccisi, tra i
fuochi delle città in rivolta.

E’ necessaria una legge subito, che, distante da ogni possibilità di
equivoco sul piano interpretativo, fermi in via definitiva le trame
censorie e repressive dei poteri forti del paese, per vocazione
illiberali e antidemocratici. E’ altresì necessario che il legislatore
prenda atto che l’informazione sul web non può recare limitazioni di
principio. La rete è un luogo cardine del nostro tempo, in cui la
democrazia prende corpo e voce, con l’esercizio del confronto. Non può
essere quindi annichilita, come avviene in Iran e in Birmania.

Si fa appello allora alle realtà del web, della comunicazione a tutti
i livelli, del paese civile e responsabile, perché la mobilitazione
continui ad oltranza, con iniziative forti. La sentenza siciliana, come
ha scritto un blogger, potrebbe essere una delle ultime “perle” di una
collana che, giorno dopo giorno, sta mutandosi in un cappio. E si
tratta di fare il possibile perché questo non avvenga. Occorre impedire
che si consumi in Italia il rogo della libera espressione, memori del
resto che i roghi delle idee possono essere preparatori di regimi a
scena aperta.

Carlo Ruta


Per adesioni a questo appello (indicare nome, cognome, attività,
città):
accadeinsicilia@tiscali.it.
Per testimonianze:
carlo.ruta@tin.it

Per notizie e informazioni:
www.giornalismi.info/vocilibere
www.leinchieste.com

martedì 2 settembre 2008

Preludio...


L'uomo col megafono parlava parlava parlava di cose importanti, purtroppo i passanti, passando distratti, a tratti soltanto sembravano ascoltare il suo monologo, ma l'uomo col megafono credeva nei propri argomenti e per questo andava avanti, ignorando i continui commenti di chi lo prendeva per matto... però il fatto è che lui... soffriva... lui soffriva... davvero
L'uomo col megafono cercava, sperava, tentava di bucare il cemento e gridava nel vento parole di avvertimento e di lotta, ma intanto la voce era rotta e la tosse allungava i silenzi, sembrava che fosse questione di pochi momenti, ma invece di nuovo la voce tornava, la voce tornava...

Compagni! Amici! Uniamo le voci! Giustizia! Progresso! Adesso! Adesso!

L'uomo e il suo megafono sembravano staccati dal mondo, lui così magro, profondo e ridicolo insieme, lo sguardo di un uomo a cui preme davvero qualcosa, e che grida un tormento reale, non per un esaurimento privato e banale, ma proprio per l'odio e l'amore, che danno colore e calore, colore e calore ma lui... soffriva... lui soffriva... davvero

sabato 12 luglio 2008

One...



Ciò che si fa per amore ,è sempre al di là del bene e del male!
Sognare, perire, piangere, argomentare, politicare, vivere, morire, essere...


Solo se tutto ciò si fa al di là del bene e del male; con rispetto, sacrificio, sudore...la Storia può essere modificata con un verso, con lo stile di vita, con una presa di posizione, con argomentazioni valide.
Io credo ancora in mondo migliore, come mi insegna il piccolo maestro Robbo.
E allora perchè non provarci?! Perchè non sperare che la gente ci segua e non insegua i nostri sogni...

...One...

Is it getting better?
Or do you feel the same?
Will it make it easier on you now?
You got someone to blame
You say

One love
One life
When it's one need
In the night
One love
We get to share it
Leaves you baby if you
Don't care for it

Did I disappoint you?
Or leave a bad taste in your mouth?
You act like you never had love
And you want me to go without
Well it's

Too late
Tonight
To drag the past out into the light
We're one, but we're not the same
We get to
Carry each other
Carry each other
One

Have you come here for forgiveness?
Have you come to raise the dead?
Have you come here to play Jesus?
To the lepers in your head

Did I ask too much?
More than a lot.
You gave me nothing,
Now it's all I got
We're one
But we're not the same
Well we
Hurt each other
Then we do it again
You say
Love is a temple
Love a higher law
Love is a temple
Love the higher law
You ask me to enter
But then you make me crawl
And I can't be holding on
To what you got
When all you got is hurt

One love
One blood
One life
You got to do what you should
One life
With each other
Sisters
Brothers
One life
But we're not the same
We get to
Carry each other
Carry each other

One
One

sabato 5 luglio 2008

O me! O vita!



Qualunque cosa si dica in giro, parole ed idee possono cambiare il mondo...
Non importa ciò che credete di essere, non importa cosa gli altri pensano che voi siate; ciò che più importa è chi siete veramente. E allora siatelo fino in fondo!
Siete pieni di passione, spirito, romanticismo, amore....

“Oh me! Oh vita! di queste domande che ricorrono degli infiniti cortei di senza fede, di città piene di sciocchi, di me stesso che sempre mi rimprovero,(perché chi più sciocco di me, e chi più senza fede?), di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi, della battaglia sempre rinnovata, dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida camminare a fatica attorno a me, dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti nodi, la domanda, oh me, la domanda così triste che ricorre – Che cosa c’è di buono in tutto questo, oh me, oh vita?
- Risposta: Che tu sei qui, che esiste la vita e l’individuo, che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi con un tuo verso.”

giovedì 3 luglio 2008

Le vent nous portera


Je n'ai pas peur de la route
Faudra voir, faut qu'on y goûte
Des méandres au creux des reins
Et tout ira bien (là)
Le vent nous portera

Ton message à la Grande Ourse
Et la trajectoire de la course
Un instantané de velours
Même s'il ne sert à rien (va)
Le vent l'emportera

Tout disparaîtra mais
Le vent nous portera

La caresse et la mitraille
Cette plaie qui nous tiraille
Le palais des autres jours
D'hier et demain
Le vent les portera

Génétique en bandoulière
Des chromosomes dans l'atmosphère
Des taxis pour les galaxies
Et mon tapis volant, dis ?
Le vent l'emportera

Tout disparaîtra mais
Le vent nous portera

Ce parfum de nos années mortes
Ce qui peut frapper à ta porte
Infinité de destins
On en pose un et qu'est-ce qu'on en retient ?
Le vent l'emportera

Pendant que la marée monte
Que chacun refait ses comptes
J'emmène au creux de mon ombre
Des poussières de toi
Le vent les portera

Tout disparaîtra mais
Le vent nous portera.

sabato 28 giugno 2008



Esistono momenti nella vita in cui il silenzio vale più di cento discorsi.
Ci sono momenti in cui la responsabilità ha un nome silente e non fa rumore.
E bisogna prendere una posizione netta, alternativa, contrastante col parere del gregge, che altro non è che riflesso di ciò che stiamo diventando.
Non accetto che si dia un valore ai miei valori, sarebbe paradossale e becero.
Ho scelto di dire simbolicamente "Addio", etica di una scelta di stile, forse non capita, ma con questo dal sapore ancora più dolce. Addio a questo mondo che fa testimonianza, che predica il bene, ma nei momenti decisivi fa uscire con forza la folla tutta uguale che è sempre lì, serpe dell'Heden.
Esistono valori su cui non si può transigere. Sarebbe tradire i grandi uomini, di cui ho costruito un pantheon storico, che non hanno accettato i compromessi.
E nel mondo del sembrare, della spettacolarità, dell'apparire, dell'ottimo pubblico...

Io eterno studente
perché la materia di studio sarebbe infinita
e soprattutto perché so di non sapere niente,
io, chierico vagante, bandito di strada,
io, non artista, solo piccolo baccelliere,
perché, per colpa d'altri, vada come vada,
a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,

io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...

E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"
alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanità
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l'umiltà...

Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d'elementari ed uno d'università,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà...

Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede il cui sperare...

Nell'anno '99 di nostra vita
io, giullare da niente, ma indignato,
anch'io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando però che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipocrita uditore, mio simile...
mio amico...

martedì 17 giugno 2008

Caporetto



Che la Sicilia fosse un "Regnum" del centro destra, credo non sia una novità per nessuno. Dopo quel "61 a 0", credevo che il centrosinistra avesse toccato il fondo. In realtà il "9-0" di ieri assume connotati simili, se non peggiori. Se non è stata Caporetto, a tal si avvicina. Siccome non sono il tipo che si nasconde dietro il dito o che può mentire a se stesso, la mia opinione, personale, tutta mia, è che occorre ripensare seriamente il ruolo del PD in Sicilia, partendo proprio dalla disfatta di ieri.
Togliendo Modica, città il cui sindaco credo possa essere Buscema,
la sconfitta di Comiso è quella che più lascia l'amaro in bocca. Gigi Bellassai, cui mi legano amicizia e stima, avrebbe meritato di più , per quanto svolto a servizio della collettività tutta. Ricordo solo il suo ruolo principale nella lotta contro la privatizzazione dell'acqua. So che sarà capace di metabolizzare la sconfitta e mettersi nuovamente a disposizione del partito e della sua gente. Tutti i capoluoghi di provincia oggi sono in asse con il governo regionale e nazionale. Il che è un pericolo. Il tracollo dell' MPA, ovunque sia andato senza PDL, conferma che il governatore della Regione è di fatto il presidente del PDL.
La classe dirigente regionale e provinciale del Partito Democratico deve porsi delle "questio" di fondo ed agire di conseguenza.
Una cosa però mi consola, anche se è un paradosso. Dopo elezioni del genere, accadono solitamente due cose: qualcuno lascia la barca che affonda, per approdare verso lidi migliori o semplicemente distaccandosi dall'attività politica; ci si guarderà in faccia e si dovrà trovare la forza di ripensare coalizioni e programmi di governo e non di testimonianza.
Mi auguro che questa lezione faccia fare un bagno di umiltà e convinca che è chiuso il tempo dei radical chic e dell'intellettualismo elitario. Bisogna pensare nuovo e per farlo occorre rimettere se stessi in discussione e ripartire dai quartieri, dal pragmatismo, dalle piccole cose, che poi, sono le singole unità che compongono i massimi sistemi.
Per questo accetto serenamente la sconfitta, che è maestra, e che dà la forza di ripartire con più voglia, se è possibile, di prima.

E' questo il tempo delle scelte coraggiose!


Pace e bene



Per vivere con onore bisogna struggersi, battersi, sbagliare e ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. (Lev Tolstoj)

domenica 15 giugno 2008

Qoèlet

Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.


C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

mercoledì 4 giugno 2008

UN GIORNO MIGLIORE



Alla fine il "We Change" di Barack Obama ce l'ha fatta.
E' lui il primo afro-americano candidato alla presidenza degli USA.
Per tutto il mondo oggi è un giorno migliore, fatto di speranze e sogni.

Il Democratico delle "Perfect Union"! Uno su cui il sottoscritto ha puntato anche quando nessuno avrebbe giocato un solo dollaro. Era impossibile. Era nero e non poteva essere il candidato Democratico. Ma la sua abilità oratoria, la sua passione, la sua voglia hanno coinvolto milioni di Americani...e non solo...

E ALLORA, ADESSO FORZA BARACK! YES, WE CAN...

Quando abbiamo superato delle prove apparentemente insuperabili; quando ci hanno detto che non eravamo pronti o che non dovevamo provare o che non potevamo, generazioni di americani hanno risposto con una semplice frase che riassume lo spirito di un popolo.
Sì, noi possiamo.
Questa frase era scritta nei documenti fondatori che dichiaravano il destino di un paese.
Sì, noi possiamo.
È stata mormorata dagli schiavi e dagli abolizionisti, aprendo uno spiraglio di luce verso la libertà nella notte più buia.
Sì, noi possiamo.
Lo hanno cantato i migranti che lasciavano terre lontane e i pionieri che progredivano verso ovest nonostante una natura spietata.
Sì, noi possiamo.
È stato l'appello degli operai che si organizzavano in sindacati; delle donne che lottavano per il diritto di voto; di un presidente che ha fatto della Luna la nostra nuova frontiera; e di un re che ci ha portato in cima alla montagna e ci ha mostrato la strada verso la Terra promessa.
Sì, noi possiamo avere giustizia e uguaglianza. Sì, noi possiamo avere possibilità e prosperità. Sì, noi possiamo guarire questa nazione. Sì, noi possiamo riparare questo mondo.
Sì, noi possiamo...

venerdì 30 maggio 2008

Storie di ordinaria Follia....


Razzismo, follia, paura, insicurezza, lavaggi del cervello...
Tutto il gran parlare di queste settimane sugli immigrati
(clandestini e no) ha creato, come avevo preventivato in tempi non sospetti, una sorta di psicosi collettiva. Quello che era normale, prassi nella vita presecessionista degli States, adesso irrompe con violenza nella nostra cultura.
Fino a ieri l'altro eravamo popolo povero e migrante, ora abbiamo la pretese di avere le verità del mondo in mano.
Studenti fascisti picchiano dei ragazzi che volevano attaccare dei manifestini; Alemanno che vuole dedicare una via ad Almirante;
il governo Berlusconi che vuole reintrodurre il reato di immigrazione clandestina, introducento di fatto nel sistema giuridico il concetto di razza(tanto per dare più insicurezza ai cittadini, renderli schiavi dei format televisivi su furti e omicidi "neri"...che costituiscono il 25% dei reati di egual peso commessi da italiani. Si uccide in famiglia e loro imputano allo "straniero" le colpe quasi fossero i prosecutori naturali di quel peccato originale..insomma si ragiona un pò come i nazifascisti di 60 anni fa. Chissà che fra 2000 anni non dovranno ricordare per pasqua il sacrificio dell'Uomo, in una religione, il Berluschesimo, dai riti già d'ora stabiliti)...
Se lo guardiamo in TV tutto appare ovattato, stereotipato, quasi un documentario perenne che non deve(perchè non può, perchè non è)uscire dal catodico...ma quando accade qui, sotto casa....


Il sorriso di una neonata seduta sul passeggino e la carezza di una ragazza che si avvicina al viso della piccola per seguire l'impulso di rispondere a quel sorriso.
Venerdì pomeriggio, in un bar di Ragusa, quella che poteva essere la scena ordinaria di una innocente simpatia nata dall'incrocio degli sguardi di una bimba di otto mesi e di una ragazza di 25 anni che serviva ai tavoli, si è trasformata in un episodio di follia e ignoranza.
Questo perchè la cameriera del bar dove è successo il tristissimo episodio di intolleranza è una ragazza tunisina, una bella magrebina dagli occhi scuri e dai lunghi capelli neri le cui fattezze somatiche non nascondono la propria origine. Il "naso naso", un leggero strofinamento che è avvenuto fra la ragazza e la neonata ha scatenato l'inorridimento dei genitori.
Il padre, non appena ha visto la cameriera che con dolcezza si avvicinava al viso della figlia si è avventato su di lei, spingendole con la mano la fronte per allontanarla dalla figlia. La barista tunisina si è accasciata a terra incredula per la reazione dell'uomo e per quanto stava accadendo intorno a lei a causa di quella carezza.
La neonata ha iniziato a piangere, pur senza capire le parole del genitore che urlava mentre spingeva la ragazza: "Allontanati da mia figlia, hai l'Aids, hai l'epatite".
Parecchi testimoni, fra cui i colleghi della giovane magrebina hanno assistito inebetiti a questa scena.
Anche la madre della bimba ha urlato contro la tunisina e alla fine è arrivata pure la Polizia.
In questo trambusto la ragazza si è sentita male, in preda a una crisi di stress e di nervi.
"Non riusciva a respirare - raccontano le colleghe - piangeva a dirotto, siamo rimasti tutti senza parole".
All'indomani dell'accaduto la cameriera tunisina e la sua datrice di lavoro sono state chiamate in Questura.
"Perfino gli agenti hanno suggerito alla nostra collega di presentare una querela - raccontano le colleghe -, ma lei non ne vuole sapere, ha paura di tutto pur essendo regolare, con ingaggio e con tutte le carte in regola: teme di essere mandata via, teme di perdere il lavoro".
La ragazza non ha presentato denuncia e non l'ha fatto nemmeno il suo datore di lavoro. Ma qualcuno, per fortuna, ha raccontato quello che ha visto venerdì in un bar del capoluogo.
"Non voglio parlare - queste le uniche parole che ha detto la cameriera tunisina in risposta al tentativo di strapparle un commento -, io non darò mai più una carezza a un bimbo italiano".

sabato 24 maggio 2008

A Giovanni....



In silenzio, con commozione, un modesto grazie all'uomo che mi ha cambiato la vita....

martedì 29 aprile 2008

Fiero di essere siciliano...



Com'è difficile essere siciliani..!!!
Siamo uno stereotipo, un modello distorto per il resto del mondo.
Ma noi siciliani non siamo tutti uguali. I veri siciliani sudano, lavorano, ci credono, soffrono e rimangono legati a questa terra meravigliosa e disgraziata. I veri siciliani rimangono attaccati all'odere di agrume, fin quando non lo sento tre metri sotto terra.
I veri amano e patiscono, sono mezzosangue e per questo cordiali col fratello straniero, sono frontiera di confine e civilità, limite invalicabile per chi siciliano non è.
Siamo una parte di tutto ciò che abbiamo incontrato lungo la nostra straordinaria storia:
mezzi cattolici e mezzi musulmani; un pò Pirandello, ma anche Sciascia; siamo l'Etna ed il barocco, il buon vino rosso e il sacro pesce; Bufalino e Quasimodo, Falcone e Borsellino. Siamo migranti ed ospitali, emotivi e passionali, siamo "quando ci pare", ma siamo anche "sempre con tutto il cuore"; siamo Mattarella e Pio La Torre; la povertà e la ricchezza d'animo; siamo Verga e Camilleri, Impastato e Don Puglisi.
Per questo non posso che dire grazie a mio padre per avermi fatto siciliano! Per avermi dato la possibilità di provare questa indescrivibile situazione esistenziale, questo modo d'essere.
E adesso io ci voglio provare, assieme a tutti i veri siciliani...io non la voglio lasciare questa Sicilia. Non la voglio lasciare, così… perché voglio vincere!

venerdì 18 aprile 2008

Avanti...




Abbiamo sperato, camminato, incontrato la gente, guardandola negli occhi; abbiamo parlato a donne e uomini di una Italia modera, veloce, capace di venire incontro alle esigenze delle nuove generazioni. Il progetto era davvero interessante, lo spessore politico notevole....
Ma nonostante tutto la coalizione veltroniana non ce l'ha fatta.
Tanta delusione, soprattutto perchè eravamo cosapevoli che mancava solo l'ultimo miglio. Ma anche tanta forza, perchè milioni di italiani hanno creduto e crederanno in questo grande progetto progressista. Sono fermamente convinto che si possa ancora fare.
Un ringraziamento va a Walter ed Anna, che non si sono risparmiati, che ci hanno creduto, che sono usciti a testa alta da una sfida avvincente, in fin dei conti corretta. In questi mesi ci siamo divertiti, abbiamo conosciuto gente nuova, ci siam fatti conocere, abbiamo amato parole e pensieri di un uomo straordinario, capace di commuovere ed incendiare i cuori.
In Sicilia un dissastro, certo, ma la consapevolezza che l'errore non si ripeterà.
In provincia molto da costruire, a Pozzallo una certezza(Roberto Ammatuna) per ripartire.
Ecco cos'è stato il PD!
Gente semplice, tante strette di mano, la segreteria, Spello, Varese, le 110 province in pullman, le lacrime di Ragusa, i comizi, le serate passate a "scherzarci su", nuovi volti, passioni, timori, speranze, lo spumante, la sera del 16 aprile su quel balcone con Pino e Giorgio e la ciurma....
Adesso più che mai sono convinto che SI PUO' FARE...

sabato 5 aprile 2008

Si può fare...



L'Italia sembra aver perso la certezza che il domani sarà meglio di oggi...
E' il tempo del coraggio e del cambiamento.......
Liberi finalmente di non mediare parole....
Possiamo essere la generazione di italiani ai quali domani i nostri figli e i nostri nipoti guarderanno con orgoglio....

Vi chiedo di crederci con me, perchè sento che

SI PUO' FARE!

venerdì 21 marzo 2008

Dipende da noi....


Ci siamo. Siamo arrivati al momento decisivo.

Con la sua nascita, il Partito Democratico ha cominciato a cambiare la politica italiana, lo ha fatto grazie alla tua partecipazione, alla tua passione, che insieme a quella di altri milioni di persone, in una bellissima giornata di ottobre, ha permesso di realizzare il progetto, il sogno, che avevamo nel cuore.
Ora abbiamo, fra poche settimane, l’occasione per dare corpo, per tradurre in atti concreti, quella che è la ragione, la missione, il senso stesso del Partito Democratico: cambiare l’Italia, unirla, liberare le sue energie e farla crescere, restituire agli italiani e soprattutto ai giovani, alle nuove generazioni, speranza,
fiducia nel futuro, serenità, sicurezza.
È stata la tua presenza, quel 14 ottobre, ad avviare il tempo del coraggio e del cambiamento, a darci la forza di candidarci da soli alla guida del Paese, finalmente liberi di presentare le nostre idee, le nostre proposte, il nostro programma di governo. Dopo la nostra scelta tutto si è messo in movimento. È diventato chiaro, evidente, che da una parte c’è il passato, dall’altra c’è il futuro. Da una parte c’è la riproposizione di un film già visto, con gli stessi interpreti, con lo stesso copione, tutto esattamente come prima. Dall’altra la possibilità di uscire dal clima di odio e dalle divisioni di questi ultimi quindici anni, di voltare pagina,di cambiare non semplicemente un governo, ma il Paese.
È per questo che io mi sono candidato. Non per ricoprire una carica, ma per contribuire al cambiamento che serve all’Italia.
Gli italiani si stanno accorgendo di quanto sia netta, e decisiva, la scelta che faranno il 13 e il 14 aprile. Me ne rendo conto sempre di più ogni giorno, in ogni tappa del viaggio appassionante che mi sta portando in tutte le province italiane. C’è un’Italia viva, c’è un’Italia che è in piedi, ci sono italiani che faticano e lavorano, che studiano, che hanno idee e investono su se stessi per realizzarle, che si occupano degli altri, che fanno sacrifici per mantenere con onestà la loro famiglia.
È a tutti loro, è a questa Italia vera, che noi vogliamo parlare. La campagna elettorale è difficile, ma è aperta. Molto più di quanto non si pensasse all’inizio. In poche settimane abbiamo recuperato terreno,e moltissime sono le persone ancora indecise. L’esito non è affatto scritto, e dipenderà da quello che ognuno di noi riuscirà a fare da qui al 13 aprile.
Il tuo impegno è fondamentale. Ti chiedo, per questo, di tornare domenica 30 marzo nel circolo, nell’associazione, nella sede dove hai votato alle primarie di ottobre. Lì troverai materiale, opuscoli, vademecum e “istruzioni per l’uso” che ti aiuteranno a partecipare in modo ancora più attivo alle ultime due settimane di campagna elettorale.
Il risultato dipende anche da te. Da te dipende quello che insieme potremo fare. Quello che insieme faremo per l’Italia.
Walter Veltroni

sabato 15 marzo 2008

Tre metri sopra Mao...



Il Dalai Lama è la figura più odiata dai governanti cinesi. Perfino il suo volto è all’indice: l’onnipresente polizia cinese arresterebbe chiunque dovesse esibire una sua foto. Ma nessuna censura, nessuna persecuzione è riuscita a sconfiggere la religiosità diffusa, mistica e corale del popolo tibetano. Lo spettacolo dei pellegrini che invadono quotidianamente Lhasa oggi sembra “normale” perché Pechino ha ripristinato – alle sue condizioni – la libertà di culto. In realtà questo spettacolo è una dimostrazione impressionante di resistenza passiva, alla luce di quel che i buddisti hanno dovuto soffrire. Dopo l’invasione militare cinese del 1950, la tolleranza verso le tradizioni locali durò solo pochi anni. Nel 1959 una prima svolta estremista di Mao Zedong portò all’imposizione dell’ateismo di Stato. Dal 1966 al 1975
la Rivoluzione culturale intensificò le violenze contro la religione, con i famigerati “processi di piazza” ai fedeli. Il Tibet fu vittima della campagna più feroce: i comunisti cinesi uccisero 1,2 milioni di persone, un quinto dell’intera popolazione. Ma la tenacia dei tibetani ingannò perfino il leader più lucido e astuto della Repubblica popolare, Deng Xiaoping. Nel 1979, insieme con la svolta politica moderata, la normalizzazione delle relazioni con l’Occidente e l’avvio delle riforme di mercato, Deng allungò un simbolico ramoscello d’ulivo al Dalai Lama invitandolo a mandare suo fratello in visita in Tibet per constatare che le condizioni di vita dei suoi concittadini erano migliorate. Nei piani di Deng quell’apertura era il preludio per un negoziato con il Dalai Lama da posizioni di forza, per convincerlo a tornare in patria dopo essersi sottomesso all’autorità centrale di Pechino. Secondo le informazioni che Deng riceveva dal partito comunista locale, i tibetani ormai erano assuefatti alla dominazione cinese, e i progressi nel benessere materiale appagavano la popolazione. L’errore di calcolo di Deng fu clamoroso. La visita del fratello del Dalai Lama scatenò un delirante entusiasmo popolare, le manifestazioni di gioia degenerarono in cortei nazionalisti al grido di “Tibet indipendente” e “Han go home” (gli Han sono il ceppo etnico dominante della Cina). Ogni dialogo con il Dalai Lama è stato troncato. In compenso la pratica del buddismo è tornata a fiorire, sia pure con un “numero chiuso” che contingenta il reclutamento dei nuovi monaci: questo non impedisce che oggi nei monasteri di Lhasa molti di loro siano giovanissimi, segno che nessuna secolarizzazione è riuscita a inaridire le vocazioni. Sul fronte economico Pechino ha accelerato gli investimenti per dotare il Tibet di infrastrutture efficienti, dagli aeroporti alle autostrade, e per agganciarlo al boom economico cinese. Nei quartieri nuovi di Lhasa i grandi viali moderni oggi pullulano di gru per la costruzione di palazzi, dilagano le pubblicità e le insegne commerciali al neon, gli shopping mall, i negozi di elettronica e di moda. Ogni giorno che passa Lhasa assomiglia un po’ di più a tutte le altre città della Cina. Questo è vero anche nella composizione demografica: per accelerare lo sviluppo economico Pechino ha incoraggiato l’immigrazione degli Han, più istruiti e più intraprendenti. Eppure la marea dei pellegrini che sommerge Lhasa a tutte le ore in tutte le stagioni dell’anno, è lì a ricordare che questo è un luogo diverso. Mai nella storia millenaria del Tibet, il suo popolo aveva dovuto subìre una invasione etnica come l’attuale immigrazione dei cinesi. Il buddismo locale è pacifista, il Dalai Lama si è sempre rifiutato di appoggiare qualsiasi lotta violenta. Ma la religiosità tibetana ha già dimostrato in passato di saper custodire un nazionalismo profondo, che riemerge in momenti inaspettati e nelle forme più imprevedibili.

Se noi tutti, oggi, accendessimo un cero, immaginandoci di essere inginocchiati accanto al Dalai Lama e ai suoi monaci....
Pace e bene

mercoledì 5 marzo 2008

A testa alta......



E' successo ancora! Un altro vile attentato ad attività commerciali pozzallesi.
Nel giro di pochi mesi uno scavatore prende fuoco al cimitero, poi una tomba(nella foto), distrutto un presepe di argilla, salta per aria un locale, viene svaligiata la pinacoteca comunale. Ed è di oggi la notizia che due noti pub(Freestyle e Zabbatana) stanotte sono stati divorati dalle fiamme.
Il tutto nel totale disinteresse dell'amministrazione locale, che ha da subito preferito gettare acqua sul fuoco(è solo un eufemismo).
Mentre avvenivano questi fatti, in verità per mera coincidenza, noi organizzavamo la "Notte Bianca della Legalità", nella quale, con forza, prendevamo di petto il problema, senza nasconderci dietro il dito, esternando la nostra indignazione per delle situazioni che a Pozzallo non accadevano da tempo immemore.
Vari comunicati stampa(sempre e solo dall'opposizone) si sono susseguiti, hanno condannato qualsivoglia tentativo di intimidire la città, giovani che hanno sacrificato i risparmi di una vita per aprire un'attività commerciale. Ma è ilo momento di uscire allo scoperto, smettere di fare semplice testimonianza e trasformare le potenza in atto.
Domenica, da un'iniziativa di Alex Maiolino, sarà opportuno scendere in p.zza e far sentire che ci siamo, che contrariamente ad altri(che hanno possibilità e strumenti istituzionale migliori dei nostri) abbiamo il coraggio di metterci la faccia, di urlare che noi vogliamo continuare a camminare a testa alta e che niente e nessuno smetterà di far crescere il nostro paese. C'è bisogno della presenza e del coraggio di tutti voi; occorre prendere posizione, non lasciare ad appannaggio dei criminali la nostra meravigliosa realtà.
Perchè in fondo..."per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni circostanza, ma mai in ogni circostanza e in ogni epoca si potrà avere la libertà senza la lotta!"

sabato 1 marzo 2008

Alex Maiolino..oltre la politica....


Questo è forse, per me, il post più atteso.
Dall'Africa alla Sicilia, fra Politica, Musica, Amicizia, Passioni e Valori...
Tutto questo mi lega al nuovo coordinatore della Sinistra Democratica.
E quando, anni orsono, per me la politica era solo un grande volume vuoto e mal rilegato, ammiravo questo ragazzotto poco più che ventenne che infiammava, nelle meravigliose serate catanesi, il mio cuore. Anche grazie a lui, adesso la politica è per me passione principale, vuoto da colmare, desiderio di mettersi in gioco, voglia di provare a cambiare questo stato di cose, l'arte cui impegnare tutto me stesso, fino alla fine, costi quel che costi.
Adesso che l'occasione di lavorare assieme finalmente si è presentatata, veramente, io credo, un ricco futuro proveremo a costruire.....

Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze.
(Paul Valèry)

mercoledì 20 febbraio 2008

Prima che il gallo canti....


Dopo settimane di intenze trattative, alla fine Berlusconi ha dato il placet per Raffaele Lombardo. "L'unico candidato del centrodestra per la carica di governatore della Sicilia è Raffaele Lombardo. Miccichè è una persona intelligente, sa qual è il posto, cairà".
Così Calderoli al termine di un vertice con la coalizione del Cavaliere.
E Gianfranco Miccichè si ritirerà, accettando i diktat romani? Neanche per "sogno". Sentite cosa scrive sul suo blog: "Io credo in un sogno che può diventare la speranza di tanta gente onesta che vuole una Sicilia diversa!
Nessun sogno potrà essere oggetto di trattativa, altrimenti diventa incubo!
Ma anche i sogni, se diventano veri, devono fare i conti con la realtà. I progetti di rivoluzione vanno costruiti, con calma e forte determinazione. Io ormai ho a cuore solo le sorti della Sicilia, al Governo di Roma ho già dato.
Oggi voglio dare quello che posso alla Sicilia. Occorre credere ed io ci credo".

E voci di corrdoio dicono anche la lista per Miccichè presidente sia già pronta; si chiamerà:“Con Micciche’ per la rivoluzione siciliana”.
Nulla appare scontato dunque, tranne una cosa: il portavoce del centrodestra per la notizia è stato l'ideatore del "porcellum" Roberto Calderoli, che nelle scorse politiche, con la Lega Nord, strinse un accordo di ferro con il MPA. Quindi si rinnova quel patto. Chissà se adesso Casini permetterà a Cuffaro di seguire l'amico di sempre Lombardo!?

Come a dire: dopo un bel piatto di cassola, quasi quasi due cannoli....

domenica 17 febbraio 2008

I 12 punti del programma Democratico




Primo: modernizzare l’Italia.

Pensare ad un’Italia moderna significa scegliere come priorità le infrastrutture e la qualità ambientale.

Il Paese ha bisogno di infrastrutture e servizi che oggi sono ostacolati più da incapacità di decisione che da carenza di risorse finanziarie.



Noi riformeremo la normativa di valutazione ambientale delle opere, con l'eliminazione dei tre passaggi attuali e la concentrazione in un’unica procedura di autorizzazione, da concludere in tre mesi. La priorità va data agli impianti per produrre energia pulita, ai rigassificatori indispensabili per liberalizzare e diversificare l'approvvigionamento di metano, ai termovalorizzatori e agli altri impianti per il trattamento dei rifiuti, alla manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrica.



L’Alta Velocità è il più grande investimento infrastrutturale in corso nel nostro Paese: va completato e utilizzato appieno. Il completamento della TAV metterà a disposizione del trasporto regionale un aumento del 50 per cento delle tratte ferroviarie. Noi le useremo per ridurre il traffico attorno alle grandi città e per dare ai pendolari un servizio finalmente decente.



Secondo: crescita del Mezzogiorno, crescita dell’Italia.

La priorità in materia è quella di portare entro il 2013 la rete delle infrastrutture, a cominciare dal sistema dei trasporti – strade, ferrovie, porti, aeroporti e autostrade del mare – su un livello quantitativo e qualitativo confrontabile con l’Europa sviluppata. E lo stesso vale per servizi essenziali come quelli idrici e ambientali.



La Sicilia ha bisogno di una rete infrastrutturale che le consenta di diventare davvero, con le altre regioni del nostro Mezzogiorno, la naturale piattaforma logistica per gli scambi di servizi, di beni, di persone, di culture in un’area cruciale del mondo.



Terzo: controllo della spesa pubblica.

Proprio l’esperienza di questi due anni ci consente di dire credibilmente ai cittadini italiani che nella prossima legislatura, il banco di prova decisivo per il Governo del Partito Democratico è quello di riqualificare e ridurre la spesa pubblica. Senza ridurre, anzi facendo gradualmente crescere in rapporto al PIL, la spesa sociale aumentandone la produttività e rendendola finalmente quel fattore di sviluppo e di uguaglianza che oggi ancora non è.



Mezzo punto di PIL di spesa corrente primaria in meno nel primo anno, un punto nel secondo e un punto nel terzo: il conseguimento di questo risultato è condizione irrinunciabile per onorare l'altro impegno che assumiamo con i contribuenti italiani, famiglie e imprese: restituire loro, con riduzioni di aliquota e detrazioni, ogni Euro di gettito aggiuntivo, derivante dalla lotta all'evasione fiscale. Obbiettivo del Partito Democratico è quello di semplificare il nostro barocco sistema amministrativo, ridurre le sovrapposizioni fra uffici, livelli istituzionali, organismi ed enti pubblici, accorpare in un’unica sede provinciale tutti gli uffici periferici dello Stato.



Cominceremo da subito abolendo le Province nei grandi Comuni metropolitani, ai quali andranno dati poteri reali in settori importanti come la mobilità. Utilizzeremo in modo produttivo il grande patrimonio demaniale, con l’accordo di Stato e Comuni, in modo da abbattere contestualmente di qualche punto il debito pubblico, che potrà così scendere più rapidamente al di sotto della soglia del 100 per cento sul PIL. Libereremo così risorse per almeno un punto di PIL all’anno.



Quarto: Pagare meno, pagare tutti.

Oggi è possibile ridurre davvero le tasse ai contribuenti leali, che sono tanti, lavoratori dipendenti e autonomi, e che pagano davvero troppo. Il risanamento della finanza pubblica realizzato negli ultimi due anni, combinato con questo credibile e concreto programma di riduzione e riqualificazione della spesa e con la prosecuzione della lotta all’evasione, permette per il futuro, anche per quello immediato, di programmare una riduzione del carico fiscale.



Un obiettivo che si traduce, subito, in un incremento della detrazione IRPEF a favore dei lavoratori dipendenti. E dunque in un aumento di salari e stipendi.



Quinto: investire sul lavoro delle donne.

Il modello sociale italiano è oggi afflitto da tre gravi patologie: bassi tassi di occupazione femminile, bassa natalità e alti tassi di povertà minorile. Per questo noi vogliamo trasformare l’enorme capitale umano femminile inattivo in un “asso” da giocare nella partita dello sviluppo, della competitività, del benessere sociale.



Vogliamo rovesciare il circolo vizioso in un circolo virtuoso. Più donne occupate significa infatti più crescita, più nascite (come dimostra l’esperienza degli altri paesi europei), famiglie più sicure economicamente e più dinamiche e meno minori in povertà.



Sesto: aumentare il numero di case in affitto.

La scarsa disponibilità di case in affitto blocca la mobilità, specie dei giovani e delle giovani coppie. Il terzo delle famiglie che non possiede abitazioni è esposto al rischio di aumenti dei costi degli affitti e alle difficoltà di poter acquistare una casa senza venderne un'altra.



Tra le misure che proporremo per aumentare l’offerta di case in affitto, un grande progetto di social housing realizzato da fondi immobiliari di tipo etico a controllo pubblico, con ruolo centrale della Cassa Depositi e Prestiti, che può mobilitare risorse per 50 miliardi di euro, senza intervento di spesa pubblica, per la costruzione e gestione di 700 mila unità abitative da mettere sul mercato a canoni compresi fra i 300 e i 500 euro.



E una coraggiosa riforma del regime fiscale degli affitti: tassare il reddito da affitto ad aliquota fissa, ferma restando l’opzione per la condizione di miglior favore; e consentire la detraibilità di una quota fissa dell’affitto pagato fino a 250 euro mensili.



Settimo: incremento demografico.

Grande obiettivo programmatico del Partito Democratico è quello di invertire l’attuale trend demografico, aiutando in modo significativo le famiglie con figli, mediante l’istituzione della Dote fiscale per il figlio, proposta dalla Conferenza governativa di Firenze sulla famiglia.



La Dote sostituisce gli attuali Assegni per il nucleo familiare e le detrazioni Irpef per figli a carico, assicura trattamenti significativamente superiori a quelli attuali, si rivolge anche ai lavoratori autonomi.

L'asilo nido deve diventare un servizio universale, disponibile per chiunque ne abbia bisogno. Il nostro obiettivo, in collaborazione con le Regioni e gli enti locali, è quello di raddoppiare il numero dei posti entro cinque anni, in modo da assicurare il servizio ad almeno il 20 per cento dei bambini da 0 a 3 anni.

E’ anche con questi strumenti che si sostiene la famiglia, che la si aiuta a svolgere la sua importante funzione sociale.



Dobbiamo fare della nostra una società a misura di bambino, riservando all’infanzia i tempi e gli spazi di cui ha bisogno.



Ottavo: Scuola, Università e Ricerca.

Abbiamo bisogno di “campus” scolastici e universitari. Abbiamo bisogno che per i ragazzi i luoghi di formazione non siano come una fabbrica o un ufficio, ma dei centri di vita e di formazione permanente.

Cento “campus”, universitari e scolastici, dovranno essere pronti per il 2010. Questi saranno a tutti gli effetti delle centrali di sapere per le comunità locali, dei luoghi di formazione e di “internazionalizzazione” per i nostri ragazzi.



Tutti gli studenti delle scuole italiane saranno periodicamente sottoposti a test oggettivi, che serviranno alle famiglie per valutare la qualità dell’apprendimento dei ragazzi e della scuola che frequentano.

Importante sarà l’investimento destinato alla professionalità dei docenti. Ciò significa ad esempio prevedere per gli insegnanti periodi sabbatici di aggiornamento intensivo, così come avviene per i professori universitari.



Quanto alla ricerca, dobbiamo spingere le imprese a investire più risorse, concentrando solo sugli investimenti in ricerca e sviluppo i contributi a fondo perduto.



Nono: lotta alla precarietà, miglior qualità del lavoro e più sicurezza, un diritto fondamentale della persona umana.

In questo senso si tratta di difendere e promuovere standard minimi di civiltà. Ma anche di far avanzare un’idea alta della competizione e della produttività.



Per questo bisogna creare un'unica Agenzia Nazionale per la sicurezza sul lavoro, grazie alla quale potrà essere realizzato un sistema di forti premi per le imprese che investono in sicurezza, agendo sul livello della contribuzione; bisogna, inoltre, avviare la sperimentazione di un compenso minimo legale, concertato tra le parti sociali e il governo, per i collaboratori economicamente dipendenti, con l'obiettivo di raggiungere 1.000 euro mensili.



Troppi giovani sono ora “intrappolati” troppo a lungo, spesso per anni, in rapporti di lavoro precari.

Noi contrasteremo questa situazione, facendo costare di più i lavori atipici e favorendo un percorso graduale verso il lavoro stabile e garantito. Un percorso che preveda un allungamento del periodo di prova e una incentivazione e modulazione del contratto di apprendistato come strumento principale di formazione e di ingresso dei giovani nel lavoro.



Decimo: garantire la Sicurezza.

Far sentire sicuri i cittadini, aumentando la presenza di agenti per strada e anche utilizzando nuove tecnologie è uno dei principali obiettivi programmatici del Partito Democratico.



Per questo, trasferiremo ai comuni funzioni amministrative e vareremo un piano di mobilità interna alla Pubblica Amministrazione di personale civile oggi sottoutilizzato, per impiegarlo nelle attività amministrative di supporto alle attività di polizia. La sicurezza dipende anche dalla certezza della pena. Troppo frequenti sono i casi di condannati per reati di particolare allarme sociale che vengono ammessi a rilevanti benefici di legge senza avere mai scontato un giorno di carcere.



Il “pacchetto sicurezza” approvato dal Consiglio dei Ministri il 30 ottobre scorso aveva ampliato il numero dei reati particolarmente odiosi, fra questi la rapina, il furto in appartamento, lo scippo, l’incendio boschivo e la violenza sessuale aggravata. E in tutti questi casi prevedeva l’obbligo della custodia cautelare in carcere, il giudizio immediato, l’applicazione d’ufficio della custodia cautelare in carcere già con la sentenza di primo grado e l’immediata esecuzione della sentenza di condanna definitiva senza meccanismi di sospensioni. Su questa linea noi proseguiremo.



Undicesimo: giustizia e legalità

Di innovazione ha bisogno un’altra sfera decisiva nella vita di un Paese e di ogni suo cittadino: quella della giustizia, della legalità. Il Partito Democratico, sia attraverso il codice etico, sia attraverso norme statutarie relative ai comportamenti di suoi iscritti eletti nelle istituzioni, stabilisce indicazioni rigorose in particolare sulla qualità delle nomine di cui i suoi rappresentanti dispongono.



Proporremo, inoltre, norme innovative per la trasparenza delle nomine di competenza della politica. Per ognuna di esse, dovranno essere predeterminati e resi pubblici criteri di scelta fondati sulle competenze; attivate procedure di sollecitazione pubblica delle candidature; infine, pubblicato lo stato e gli esiti delle procedure di selezione. Noi proporremo anche di introdurre nel nostro ordinamento il principio della non candidabilità al Parlamento dei cittadini condannati per reati gravissimi come quelli connessi alla mafia e alla camorra, alle varie forme di criminalità organizzata, o per corruzione o concussione. Il nostro undicesimo grande obiettivo programmatico comprende anche il motivo principale dell’emergenza giustizia: i tempi del processo, sia penale che civile.



Noi porteremo a compimento le riforme avviate negli scorsi anni, come la razionalizzazione e l’accelerazione del processo civile e di quello penale. Ma adotteremo anche provvedimenti amministrativi che possono essere presi immediatamente, per accrescere l’efficienza del sistema giudiziario italiano.

C’è poi il nodo delle intercettazioni telefoniche, informatiche e telematiche. E’ uno strumento essenziale al fine di contrastare la criminalità organizzata e assicurare alla giustizia chi compie i delitti di maggiore allarme sociale, quali la pedofilia e la corruzione. Si tratta di conciliare queste finalità con i diritti fondamentali, come quello all’informazione e quelli alla riservatezza e alla tutela della persona.



Dodicesimo: banda larga in tutti Italia e TV di qualità.

L’effettiva possibilità di accesso alla rete a banda larga deve diventare un diritto riconosciuto a tutti i cittadini e a tutte le imprese, su tutto il territorio nazionale, esattamente come avviene per il servizio idrico o per l’energia elettrica. Noi realizzeremo, a partire dalle grandi città, reti senza fili a banda larga per creare un ambiente disponibile alla gestione di nuovi servizi collettivi.



Più libertà significa superamento del duopolio, oggi reso possibile dall'aumento di canali garantito dalla TV digitale. Per andare oltre il duopolio occorre correggere gli eccessi di concentrazione delle risorse economiche, accrescendo così il grado di pluralismo e di libertà del sistema. La libertà di informazione è un cardine della democrazia, come ci ha insegnato un grande giornalista, che resta nel cuore di tutti gli italiani, Enzo Biagi.



Più concorrenza significa ricondurre il regime di assegnazione delle frequenze ai principi della normativa europea e della giurisprudenza della Corte costituzionale. Più qualità: noi proponiamo di istituire un fondo, finanziato da una aliquota sui ricavi pubblicitari, che finanzi le produzioni di qualità. Dire qualità e dire Italia è la stessa cosa. Più autonomia della televisione dalla politica significa, subito, nuove regole per il governo della RAI. La nostra idea è quella di una Fondazione titolare delle azioni, che nomina un amministratore unico del servizio pubblico responsabile della gestione.


Queste sono alcune delle nostre idee per cambiare il Paese. Questo è il cammino di innovazione che attende l’Italia.