sabato 28 giugno 2008



Esistono momenti nella vita in cui il silenzio vale più di cento discorsi.
Ci sono momenti in cui la responsabilità ha un nome silente e non fa rumore.
E bisogna prendere una posizione netta, alternativa, contrastante col parere del gregge, che altro non è che riflesso di ciò che stiamo diventando.
Non accetto che si dia un valore ai miei valori, sarebbe paradossale e becero.
Ho scelto di dire simbolicamente "Addio", etica di una scelta di stile, forse non capita, ma con questo dal sapore ancora più dolce. Addio a questo mondo che fa testimonianza, che predica il bene, ma nei momenti decisivi fa uscire con forza la folla tutta uguale che è sempre lì, serpe dell'Heden.
Esistono valori su cui non si può transigere. Sarebbe tradire i grandi uomini, di cui ho costruito un pantheon storico, che non hanno accettato i compromessi.
E nel mondo del sembrare, della spettacolarità, dell'apparire, dell'ottimo pubblico...

Io eterno studente
perché la materia di studio sarebbe infinita
e soprattutto perché so di non sapere niente,
io, chierico vagante, bandito di strada,
io, non artista, solo piccolo baccelliere,
perché, per colpa d'altri, vada come vada,
a volte mi vergogno di fare il mio mestiere,

io dico addio a tutte le vostre cazzate infinite,
riflettori e paillettes delle televisioni,
alle urla scomposte di politicanti professionisti,
a quelle vostre glorie vuote da coglioni...

E dico addio al mondo inventato del villaggio globale,
alle diete per mantenersi in forma smagliante
a chi parla sempre di un futuro trionfale
e ad ogni impresa di questo secolo trionfante,
alle magie di moda delle religioni orientali
che da noi nascondono soltanto vuoti di pensiero,
ai personaggi cicaleggianti dei talk-show
che squittiscono ad ogni ora un nuovo "vero"
alle futilità pettegole sui calciatori miliardari,
alle loro modelle senza umanità
alle sempiterne belle in gara sui calendari,
a chi dimentica o ignora l'umiltà...

Io, figlio d'una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra i saggi ignoranti di montagna
che sapevano Dante a memoria e improvvisavano di poesia,
io, tirato su a castagne ed ad erba spagna,
io, sempre un momento fa campagnolo inurbato,
due soldi d'elementari ed uno d'università,
ma sempre il pensiero a quel paese mai scordato
dove ritrovo anche oggi quattro soldi di civiltà...

Io dico addio a chi si nasconde con protervia dietro a un dito,
a chi non sceglie, non prende parte, non si sbilancia
o sceglie a caso per i tiramenti del momento
curando però sempre di riempirsi la pancia
e dico addio alle commedie tragiche dei sepolcri imbiancati,
ai ceroni ed ai parrucchini per signore,
alle lampade e tinture degli eterni non invecchiati,
al mondo fatto di ruffiani e di puttane a ore,
a chi si dichiara di sinistra e democratico
però è amico di tutti perché non si sa mai,
e poi anche chi è di destra ha i suoi pregi e gli è simpatico
ed è anche fondamentalista per evitare guai
a questo orizzonte di affaristi e d'imbroglioni
fatto di nebbia, pieno di sembrare,
ricolmo di nani, ballerine e canzoni,
di lotterie, l'unica fede il cui sperare...

Nell'anno '99 di nostra vita
io, giullare da niente, ma indignato,
anch'io qui canto con parola sfinita,
con un ruggito che diventa belato,
ma a te dedico queste parole da poco
che sottendono solo un vizio antico
sperando però che tu non le prenda come un gioco,
tu, ipocrita uditore, mio simile...
mio amico...

martedì 17 giugno 2008

Caporetto



Che la Sicilia fosse un "Regnum" del centro destra, credo non sia una novità per nessuno. Dopo quel "61 a 0", credevo che il centrosinistra avesse toccato il fondo. In realtà il "9-0" di ieri assume connotati simili, se non peggiori. Se non è stata Caporetto, a tal si avvicina. Siccome non sono il tipo che si nasconde dietro il dito o che può mentire a se stesso, la mia opinione, personale, tutta mia, è che occorre ripensare seriamente il ruolo del PD in Sicilia, partendo proprio dalla disfatta di ieri.
Togliendo Modica, città il cui sindaco credo possa essere Buscema,
la sconfitta di Comiso è quella che più lascia l'amaro in bocca. Gigi Bellassai, cui mi legano amicizia e stima, avrebbe meritato di più , per quanto svolto a servizio della collettività tutta. Ricordo solo il suo ruolo principale nella lotta contro la privatizzazione dell'acqua. So che sarà capace di metabolizzare la sconfitta e mettersi nuovamente a disposizione del partito e della sua gente. Tutti i capoluoghi di provincia oggi sono in asse con il governo regionale e nazionale. Il che è un pericolo. Il tracollo dell' MPA, ovunque sia andato senza PDL, conferma che il governatore della Regione è di fatto il presidente del PDL.
La classe dirigente regionale e provinciale del Partito Democratico deve porsi delle "questio" di fondo ed agire di conseguenza.
Una cosa però mi consola, anche se è un paradosso. Dopo elezioni del genere, accadono solitamente due cose: qualcuno lascia la barca che affonda, per approdare verso lidi migliori o semplicemente distaccandosi dall'attività politica; ci si guarderà in faccia e si dovrà trovare la forza di ripensare coalizioni e programmi di governo e non di testimonianza.
Mi auguro che questa lezione faccia fare un bagno di umiltà e convinca che è chiuso il tempo dei radical chic e dell'intellettualismo elitario. Bisogna pensare nuovo e per farlo occorre rimettere se stessi in discussione e ripartire dai quartieri, dal pragmatismo, dalle piccole cose, che poi, sono le singole unità che compongono i massimi sistemi.
Per questo accetto serenamente la sconfitta, che è maestra, e che dà la forza di ripartire con più voglia, se è possibile, di prima.

E' questo il tempo delle scelte coraggiose!


Pace e bene



Per vivere con onore bisogna struggersi, battersi, sbagliare e ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente. (Lev Tolstoj)

domenica 15 giugno 2008

Qoèlet

Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.


C'è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante.
Un tempo per uccidere e un tempo per guarire,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per gemere e un tempo per ballare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per serbare e un tempo per buttar via.
Un tempo per stracciare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.

mercoledì 4 giugno 2008

UN GIORNO MIGLIORE



Alla fine il "We Change" di Barack Obama ce l'ha fatta.
E' lui il primo afro-americano candidato alla presidenza degli USA.
Per tutto il mondo oggi è un giorno migliore, fatto di speranze e sogni.

Il Democratico delle "Perfect Union"! Uno su cui il sottoscritto ha puntato anche quando nessuno avrebbe giocato un solo dollaro. Era impossibile. Era nero e non poteva essere il candidato Democratico. Ma la sua abilità oratoria, la sua passione, la sua voglia hanno coinvolto milioni di Americani...e non solo...

E ALLORA, ADESSO FORZA BARACK! YES, WE CAN...

Quando abbiamo superato delle prove apparentemente insuperabili; quando ci hanno detto che non eravamo pronti o che non dovevamo provare o che non potevamo, generazioni di americani hanno risposto con una semplice frase che riassume lo spirito di un popolo.
Sì, noi possiamo.
Questa frase era scritta nei documenti fondatori che dichiaravano il destino di un paese.
Sì, noi possiamo.
È stata mormorata dagli schiavi e dagli abolizionisti, aprendo uno spiraglio di luce verso la libertà nella notte più buia.
Sì, noi possiamo.
Lo hanno cantato i migranti che lasciavano terre lontane e i pionieri che progredivano verso ovest nonostante una natura spietata.
Sì, noi possiamo.
È stato l'appello degli operai che si organizzavano in sindacati; delle donne che lottavano per il diritto di voto; di un presidente che ha fatto della Luna la nostra nuova frontiera; e di un re che ci ha portato in cima alla montagna e ci ha mostrato la strada verso la Terra promessa.
Sì, noi possiamo avere giustizia e uguaglianza. Sì, noi possiamo avere possibilità e prosperità. Sì, noi possiamo guarire questa nazione. Sì, noi possiamo riparare questo mondo.
Sì, noi possiamo...