giovedì 7 febbraio 2008




E' nostro dovere crederci; è un nostro dovere morale provarci; rischiando, con coraggio; cercando di pensare che ciò che eravamo in passato sarà una lezione, un arco teso verso quello che faremo. Una nuova stagione, utopie dei giorni lunghi, l'audacia della speranza... Donne e uomini che, insieme, vogliono provarci; provare a cambiare e a cambiarsi, perchè il primo cambiamento deve avvenire dentro noi stessi. "Siate voi stessi il cambiamento che vorreste vedere nel mondo..."
Possiamo riuscirci? è ancora lecito per noi sperare in qualcosa di migliore?
YES, WE CAN....
Questo il mio primo discorso da segretario del Partito Democratico di Pozzallo, che riprende stralci di discorsi di Barack Obama e Walter Veltroni:


Care democratiche cari democratici,
finalmente anche a Pozzallo, democratici e riformisti hanno una casa comune.
Oggi in tutta Italia nascono i Circoli cittadini del Partito Democratico. Ed anche qui, oggi, si è aperta una porta di speranza, per chi ancora crede che ci possa essere una politica nuova, che metta l’uomo al centro e che presti attenzione ai problemi reali della gente e che sappia altresì ascoltare chi non ha gli stessi nostri ideali. Un partito che nasce dal confronto e dalla ricerca del dialogo.
La possibilità (e vi ringrazio per avermela concessa) di diventare Segretario, è il segno tangibile che il Partito Democratico che oggi ufficialmente qui fondiamo, nasce con nuovi paradigmi e nuovi modelli. E’ infatti un fatto nuovo, se volete anche inusuale che alla guida di un circolo cittadino vi sia un giovane, per di più proveniente dalla cosiddetta società civile. Ed è sotto gli occhi di tutti che il Partito Democratico ha voluto fare dell’alternanza di genere un asse portante della propria base politica. Oggi 18 donne faranno parte della nuova classe dirigente pozzallese. Oggi più di 100 donne, in tutta la provincia, possono con onore dire “io ci sono e voglio impegnarmi”.
Si tratta di una dura sfida. Sciogliere due grandi partiti(DS e Margherita) ed innestare la società civile, che è linfa vitale per la politica del futuro, non è certo cosa da poco. Ma i democratici, con convinzione, hanno accettato di misurarsi, per cercare obbiettivi comuni e guardare in faccia il cambiamento. Per far ciò ci vuole pazienza e coraggio; per fare ciò ci vuole quella che Barack Obama, candidato democratico alla presidenza degli stati uniti, chiama “The Audacy of Hope”, l’Audacia della speranza. Occorrono utopie dei giorni lunghi.
Ci collochiamo saldamente, nello scenario politico attuale, nel centrosinistra. Ci vuole un forte e radicato senso di appartenenza, è vero; ma io non sono fra coloro i quali credono in un rigido immobilismo politico. Oggi non possiamo permetterci più gli steccati di un tempo. Molte volte mi è accaduto, conversando con la gente, di accorgermi e pensare che forse la politica ha bisogno meno di aggettivi che distolgono da intenti e finalità che possono anche essere raggiunte da chi non si definisce o identifica con ciò in cui io credo e mi identifico. In questa porzione di pensiero che ci avvicina va ricercato il comune sentire, per questo dico di abbattere gli steccati, senza aver paura di essere frainteso. Nessuno qui pretende che si faccia un’opera di identificazione tra la grande storia del pensiero democratico, cui per tradizione appartengo, ed un’appartenenza importantissima com’era quella socialista: non era socialista Gandhi quando cambiò l’India, quando insegnò al mondo il valore della non-violenza; e non era socialista La Pira quando si occupò delle attese della povera gente; come non lo era Martin Luther King quando portò milioni di neri a conquistare i loro diritti; non lo era il grande giornalista Terzani o Enzo Biagi, quando coinvolti nella storia in prima persona portavano il loro naso perché noi annusassimo, i loro occhi perché noi potessimo guardare. Non sono di sinistra solo se mi definisco così, se appartengo ad un partito di quell’area:
- Sono di sinistra se di fronte alla solitudine di un’anziana donna mi accorgo che quella solitudine è anche la mia;

- Se le rinuncie ed i sacrifici che deve fare una famiglia di 4 persone per arrivare a fine mese, rendono anche la mia vita più povera;
- Se il mio impegno è per una maggiore giustizia sociale, per una flessibilità che non sia precarietà, per una uguaglianza non delle condizioni di arrivo, quello mai, ma delle opportunità di partenza per fa si che si esprima il talento e valga il merito.
- Sono di sinistra se il dramma di un uomo, nostro fratello, che lascia la terra natia e rischia la vita per raggiungere queste coste è anche il mio dramma
- Se quel bambino africano che muore di fame perché non ha la sua ciotola di riso o magari è malato, in quel momento è mia figlia, è il mio fratello più piccolo.
E se non mi rassegno a pensare che non sia possibile cambiare questo stato di cose, costruire una società migliore e consegnare definitivamente l’intolleranza e la povertà alla storia.
Se riuscirò ad essere tutto questo potrò orgogliosamente definirmi di sinistra, anche se magari non so di esserlo. E saprò che mentre faccio tutto questo, potrò anche non spiegare come mi chiamo, perché ciò per cui mi batto mi definisce più di ogni altra cosa.
Per questo sento, e mi viene naturale, rivolgermi anche all’elettorato cattolico moderato che può trovare posto nell’esperienza del Partito Democratico. Essendo la mia matrice, per tradizione e cultura, radicata nei cristiano-sociali, dico che, proprio nel PD si può ritrovare quella laicità che vuol dire innanzitutto rifiuto di ogni intolleranza, assenza di pregiudizio, rispetto delle posizioni dell’altro, accoglimento delle verità che esse possono contenere. E proprio perché sento forte il senso del dialogo e del rispetto delle diverse posizioni, cosa per la quale devo necessariamente oggi ringraziare i miei genitori e la mia famiglia, già dai prossimi giorni sarà mio dovere, e mi metto a completa disposizione, iniziare ad istaurare un dialogo con le altre forze politiche. E’ necessario, oggi più mai, parlarsi, anche quando apparentemente le posizioni possono sembrare opposte ed incontrovertibili.
E questo inevitabilmente mi porta a pensare a quanto sta accadendo a livello nazionale. Il governo Prodi è caduto e chiaramente sposo in pieno la posizione di chi vuole tornare alle urne solo dopo aver cambiato questa balorda legge elettorale: scriviamo insieme le regole del gioco poi ognuno giocherà per vincere.
In questo particolare momento bisogna scrivere una nuova storia, ma nuova davvero.
Mi riferisco a quanto è avvenuto ieri. Che dire del Presidente Cuffaro, che finalmente si è deciso a dare le dimissioni. La politica come strumento di potere, che occupa e lottizza, che diventa autoreferenziale è quanto di peggio possa accadere. Non do giudizi morali sulla vicenda, perché credo che fondamentalmente non sia giusto. Tuttavia posso capire chi festeggia al senato con lo champagne alla caduta di Prodi; ma non mi riesce di capire chi festeggia coi cannoli dopo una condanna di 5 anni.
Però il dato politico rimane; la politica disastrosa del suo governo, l’immagine che si dà della Sicilia fuori dai nostri confini deve farci riflettere. Siamo la regione che accredita più cliniche private(1800 contro le 50 della Lombardia) eppure la sanità pubblica è fatiscente. Per non parlare delle infrastrutture e dell’occupazione. Potenzialmente siamo una delle prime regioni d’Italia, non abbiamo nulla da invidiare al nordest. Basti pensare che i guadagni di Cosa Nostra valgono più del doppio di una finanziaria nazionale. Per questo credo che il PD, adesso, con elezioni regionali alle porte, possa essere la valida alternativa a questo sistema di potere, e lo sarà. Politica di legalità e trasparenza, ed avere alla presidenza uno come Lumìa mi rassicura, di risanamento e di speranza.
E questo inevitabilmente non potrà che ripercuotersi in maniera positiva anche nella nostra città, dove da sei mesi governa l’MPA. E così poco è bastato per poter esprimere un giudizio estremamente negativo.
Essendo oggi un partito di opposizione, dovremo lavorare come fin d’ora fatto, con gli altri partiti di minoranza proprio per evitare in futuro ciò che sta accadendo nella nostra città. Stiamo facendo troppi passi indietro, e non ce lo possiamo permettere.
La strada è lunga e non sarà certo priva di ostacoli. Ma con il lavoro di tutti, con la vostra passione, con la vostra voglia, il vostro amore per la città, assieme cambieremo questo stato di cose.
Volevo, consentitemelo in chiusura, ringraziare quanti oggi hanno espresso fiducia verso la mia persona. Volevo ringraziare quanti fino ad oggi hanno vissuto questa splendida avventura; quanti, con gioia, hanno partecipato alla festa democratica del 14 ottobre e non si sono mai tirati indietro. E permettetemi di ringraziare anche quei compagni di viaggio che adesso non condividono con noi questo processo costituente: ho profondo rispetto per la vostra scelta, per il percorso fatto con noi finora e per le battaglie vinte insieme. Spero che in questo grande viaggio, alla fine, ci rincontreremo per continuare a lavorare e crescere insieme. Di questo sono sicuro. Perché non saremo delusi per le cose fatte, ma per quelle che non riusciremo a fare.
Permettemi una citazione, e concludo, senza che il precedende di un Mastella che cita Pablo Neruda possa distrarvi:
Diceva Don Milani: Mi sono accorto che il mio problema è uguale al tuo, sortirne da soli è avarizia, sortirne insieme è la politica!

9 commenti:

Dancer ha detto...

Ohhhhhh finalmente un blog serio.

Adesso si può scrivere con tranquillità.

Grazie e ciao

HeRmEs ha detto...

Il più bel discorso letto da quando osservo con più attenzione la politica, soprattutto quella locale!

Bravo Ennio, non ti fare mai sottomettere da nessuno!

...il futuro Ass. al Bilancio (ora come ora posso fare solo l'Ass. alla Bilancia!) ahaha

Anonimo ha detto...

Che Dio ti benedica fratello...
Ammetto che un po' mi ha emozionato il primo impatto con il blog...
Bene,chi non crede non sussiste,e tu esisti...e come!

Gianni Scala ha detto...

voglio salutare con piacere la nascita di questo spazio.
Aggiungere altro sarebbe superfluo!
Yes, WE CAN!!!

Anonimo ha detto...

And in the end, the love you take is equal to the love you make.

Anonimo ha detto...

Complimenti bel discorso, anche se personalmente ho idee politiche diverse dalle tue, mi definisco di centro\destra anche se mi è impossibile riconoscermi in uno dei partiti esistenti. Devo pero' farti notare una cosa, cito testualmente:"Non sono di sinistra solo se mi definisco così, se appartengo ad un partito di quell’area:
- Sono di sinistra se di fronte alla solitudine di un’anziana donna mi accorgo che quella solitudine è anche la mia;

- Se le rinuncie ed i sacrifici che deve fare una famiglia di 4 persone per arrivare a fine mese, rendono anche la mia vita più povera;
- Se il mio impegno è per una maggiore giustizia sociale, per una flessibilità che non sia precarietà, per una uguaglianza non delle condizioni di arrivo, quello mai, ma delle opportunità di partenza per fa si che si esprima il talento e valga il merito.
- Sono di sinistra se il dramma di un uomo, nostro fratello, che lascia la terra natia e rischia la vita per raggiungere queste coste è anche il mio dramma
- Se quel bambino africano che muore di fame perché non ha la sua ciotola di riso o magari è malato, in quel momento è mia figlia, è il mio fratello più piccolo", non pensavo essendo di destra di essere insensibile a questi problemi....ma forse abbiamo una visione nettamente differente....

Unknown ha detto...

Quello che volevo fare emergere era proprio questo. Che "Sinistra" non significa votare per un partito di quello schieramento; sinistra è un luogo dell'anima e, checchè se ne dica, è presente in ognuno di noi. E dicevo anche, sia prima che dopo questo piccolo inciso, peraltro estrapolato da un intervento di Veltroni, che:".. saprò che mentre faccio tutto questo, potrò anche non spiegare come mi chiamo, perché ciò per cui mi batto mi definisce più di ogni altra cosa".
Posso dirti ad esempio, che quando leggevo queste parole pensavo a mio padre, che magari non le condividerà, ma fa parte di quelle persone che hanno molta più "sinistra" dentro di se di quello che pensano e comunque più di mille altre che sventolano una tale denominazione, ma che poi sono molto peggiori di altre cui "moralizzano" chissà cosa.
L'intervento era "provocatoriamente" rivolto a chi usa il termine "sinistra" in modo elitario, rivendicando qualcosa che gli appartiene solo in teoria, a parole, ma mai con i fatti concreti che accompagnano le seppur belle parole. Una cosa è la testimonianza, altro è, anche e soprattutto da chi ha una sensibilità di centro-destra, spendersi in tal senso. Forse non ci conosciamo e quindi magari non potrai immaginare che uno dei giornalisti che più stimavo era Montanelli; ma cito due "non comunisti" come Terzani e Biagi, parlo di esempi come La Pira(Dc) o comunque nel mio pantheon ho ben saldi i valori di Gandhi o Luther King o Kennedy ecc.
Essere etichettato come uno "sinistra", francamente, al di là delle mode e degli aggettivi, non interessa molto.
Mi fa comunque piacere il tuo intervento, che mi permette di esplicare qualcosa che altrimenti non avrei avuto la possibilità di condividere.
Volevo altrsì dare il benvenuto a Dancer, Hermes, Tsunami, la Ale e al "compagno" Billy....

Unknown ha detto...

Ho dimenticato di salutare il vicepresidente, mamma mia, e ora chi lo sente =).
Yes, we can...

Corraden ha detto...

Voglio fare un in bocca al lupo al mio amico d'infanzia!!

e come disse Ghandi: Perchè solo coloro che sono abbastastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero.

ciaoooo